I riti di Pasqua in Abruzzo: l’emozionante Madonna che Scappa di Sulmona

La Settimana Santa di Sulmona è una delle più famose e caratteristiche, non solo d’Abruzzo ma di tutta Italia. L’origine di queste manifestazioni è molto antica: presumibilmente risale all’epoca medioevale e si sviluppò notevolmente nel periodo barocco grazie anche alle due Confraternite che ancor oggi organizzano le cerimonie: la Trinità e S. Maria di Loreto.

Il tutto culmina con il rito organizzato dalla confraternita di S. Maria di Loreto, chiamato Madonna che Scappa. La prima documentazione di quest’antichissima tradizione è data da una fotografia del 1861 conservata dalla confraternita, ma le origini potrebbero essere più antiche, forse risalenti al ‘600, se non al periodo medievale. In ogni caso, prima degli inizi del XIX secolo la manifestazione si svolgeva nella chiesa della Tomba. Intorno al 1800 però, i Lauretani decisero di inscenare la loro manifestazione sacra nella storica Piazza Garibaldi, una delle più grandi del centro Italia. La processione del Risorto, organizzata dai Trinitari, cominciò a perdere la sua popolarità, inoltre appariva quasi ironico il fatto che i confratelli sfilassero nel centro di Sulmona con la loro statua, mentre contemporaneamente si svolgeva il rito della Madonna che Scappa, a volte capitava che le due processioni si incontrassero, così, alla fine, la processione del Cristo fu abolita.

Ma ora passiamo a raccontare il rito più sentito e famoso di Sulmona. La Madonna che Scappa è una rievocazione narrativa dell’incontro tra la Madre di Gesù e il Cristo risorto. Nel giorno della domenica di Pasqua, dopo la messa presieduta dal Vescovo, alle 11.00, dalla chiesa di S. Maria della Tomba parte la processione della Confraternita della Madonna di Loreto. All’inizio sfila lo stendardo verde della confraternita, poi tutti gli altri confratelli con i lampioncini e infine le statue del Cristo risorto e dei santi Giovanni e Pietro. Arrivano in piazza Garibaldi, colma di gente, una folla che lascia però un “corridoio” aperto per permettere il passaggio della Madonna durante la corsa dei portatori. Lo stendardo prosegue fino alla fine della piazza, mentre il Cristo risorto si posiziona su un baldacchino allestito sotto l’arco centrale dell’Acquedotto Svevo, all’ingresso dell’ampia piazza. Le statue dei due Apostoli proseguono invece a passo lento fino alla fine della piazza, dove si trova la chiesa di San Filippo e dove si trova la Madonna vestita a lutto. Mentre la statua di S.Pietro si ferma, quella di San Giovanni prosegue fino al portale della chiesa, annunziando alla Madonna l’avvenuta resurrezione del Figlio, ma, secondo la leggenda, Maria non crede a questa notizia. Gli annunci avvengono tramite un confratello che, bussando alla chiesa, deve anche rassicurare i confratelli incaricati di portare (e quindi far correre) la Madonna. Avvenuto il rifiuto della Madonna, San Giovanni torna da San Pietro affinché anche lui porti il lieto annuncio a Maria. Secondo la tradizione sulmonese, Pietro è na n’zegna fauzone, ossia un bugiardo e quindi, all’annuncio di Pietro, risulta palese che la Madonna non creda e non si convinca della resurrezione del Figlio. San Giovanni ritenta di nuovo, questa volta con esiti positivi, cosicché la Madonna accetta di seguire i due Apostoli e il portone di San Filippo si apre tra gli applausi degli astanti.

La Madonna esce e, accompagnata dai due apostoli, con il passo dello “struscio” si avvia al centro della piazza, dove c’è il fontanone. In questo frangente l’atmosfera della piazza si fa tesa: i due apostoli si fermano, mentre, da lontano, la Vergine riconosce il Figlio Risorto. In un attimo, con un ingegnoso sistema di fili (conosciuto soltanto dalla confraternita e dalla famiglia d’Eramo, che ha il privilegio di vestire la Madonna), il manto nero e il fazzoletto cadono, lasciando il posto ad uno splendido abito verde ricamato d’oro e ad una rosa rossa, mentre in aria si levano in volo 12 colombe. Alle 12.00 in punto, la Madonna inizia così la sua corsa, tra gli applausi della gente, le note della banda e lo sparo dei mortaretti. Arrivata davanti al Cristo i confratelli si abbracciano, arrivando spesso a non trattenere le lacrime per la commozione.

Fonte: Il Martino.it